mercoledì 9 novembre 2011

Il Servo di Dio Rolando Rivi verso la beatificazione

di Andrea Zambrano

REGGIO EMILIA (9 novembre 2011) -
Per comprendere lo stato attuale della causa di beatificazione del seminarista reggiano Rolando Rivi vale la metafora della maratona. I primi 40 km si percorrono sulla strada accidentata e polverosa. L’ultimo km lo si fa entrando nello stadio e salvo inghippi, tagliando un facile traguardo. Ecco, lo stato di avanzamento della causa di beatificazione del seminarista di San Valentino ucciso alle Piane di Monchio il 13 aprile 1945 da due partigiani comunisti in odio alla fede cristiana, è parallela all’ingresso del maratoneta nello stadio. Il comitato “Amici di Rolando Rivi”, che ha avviato la causa di beatificazione il 7 gennaio 2006 ieri era rappresentato dalla tesoriera Marisa Ferrari e dal giornalista Emilio Bonicelli, biografo di Rolando Rivi e anima del comitato che, sorto nell’indifferenza generale nel 2004 ha portato avanti la causa fino ad oggi.
"Entriamo nella fase finale del processo di beatificazione - ha spiegato ai cronisti Bonicelli -. Prima eravamo ancora in una sorta di limbo dove, dopo tutti i passaggi diocesani e approdata a Roma, la causa poteva rimanervi a tempo indeterminato. Adesso, invece, con l’ingresso nella fase dedicata allo studio dei teologi, siamo entrati in una fase certa". Le tempistiche sono scandite da una data: il 5 giugno 2012, quando presso la Congregazione delle cause dei santi, il congresso teologico discuterà la validità del martirio in odium fidei. Un passo importante, dicono dal comitato perché "se la sua morte sarà riconosciuta come martirio dai teologi poi l’ultima parola spetterà in ordine ai cardinali e infine al Papa, che la promulgherà. Ma il ruolo di questi ultimi due funge da cassazione. Dunque l’ultimo banco di prova, dopo l’analisi della positioè quello della commissione teologica. Il comitato incrocia le dita, ma spera di poter arrivare alla proclamazione definitiva entro la fine del 2012. "A soli sei anni dalla costituzione del comitato", dice Bonicelli che ora si appella alla città di Reggio e alle sue istituzioni perché si accorga di quanto sta succedendo a Roma in Congregazione. "Rivi beato significherebbe riportare un beato a casa dopo ben 5 secoli. Un dato non trascurabile neanche dal punto di vista civile, ecco perché mi aspetto che la comunità civile faccia la sua parte". La Ferrari parla invece delle tre direttive verso cui si concentra, nel ricordo di Rivi, l’attività del Comitato. "La prima è l’attenzione verso i giovani. Rolando è morto da giovane e parla a tutt’oggi ai giovani come testimonianza cristallina di fede, dunque offre anche una risposta all’emergenza educativa. Poi parla anche della libertà religiosa, alla quale noi dedichiamo un evento ogni anno in questo periodo. Quella della libertà religiosa è un’emergenza sempre più presente nel mondo. Infine, Rolando parla alle vocazioni e questo è testimoniato dai tanti gruppi di preghiera che in tutt’Italia sorgono a suo nome, ma anche dalla felice intuizione del seminario, che ha dedicato a Rivi la sua casa propedeutica a Coviolo". L’elevazione agli altari di Rivi segnerebbe poi tre record: il 14enne ucciso sarebbe il primo seminarista di un seminario minore diocesano elevato agli altari, in più sarebbe anche il primo santo reggiano dopo 500 anni e infine il primo consacrato ucciso in odio alla fede nel periodo della Resistenza che viene riconosciuto dalla Chiesa martire e beato. "Un segno importante di riconciliazione per la nostra terra", ha concluso Bonicelli. 

Nessun commento:

Posta un commento