Si comunica che per iniziativa di vari rappresentanti di gruppi di fedeli laici, tra cui la
Federazione Internazionale Una Voce e il
Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum italiano, si è costituito a Roma il
Coetus internationalis pro Summorum Pontificum, che ha organizzato
un pellegrinaggio
internazionale delle associazioni, gruppi e movimenti pro
Summorum Pontificum di Sua Santità Benedetto XVI nell’Anno della Fede.
Il pellegrinaggio si concluderà con la celebrazione di una Santa Messa Pontificale nella Basilica di San Pietro Sabato 3 Novembre 2012 alle ore 15.
fonte:
http://www.summorumpontificum.org/
Conferenza Stampa del Coetus Internationalis Summorum Pontificum Roma, 10 settembre 2012, Ss.ma Trinità dei Pellegrini.
Intervento di don Claude Barthe, cappellano del Pellegrinaggio.
Il pellegrinaggio Summorum Pontificum di
Ognissanti 2012, all’inizio dell’Anno della fede, che culminerà in una
messa nella Basilica Vaticana, ha un quadruplice scopo:
1°. Sarà un rendimento di grazie.
I pellegrini offriranno innanzi tutto una messa nella forma
straordinaria di ringraziamento e di sostegno filiale al Santo Padre
in occasione del 5° anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum,
che, come è noto, è entrato in vigore il 14 settembre 2007. Per
moltissimi sacerdoti, diocesani e religiosi, che ormai celebrano la loro
messa quotidiana nella forma straordinaria, è un beneficio spirituale
davvero immenso, come pure per i fedeli di quelle parrocchie
– sfortunatamente ancora troppo rare – che possono così godere di questa
liturgia e della sua mistica. Si può dire che questo atto di Benedetto
XVI ha fatto nascere un vero popolo Summorum Pontificum. Questo popolo
vuole ringraziarlo di tutto ciò
2°. Sarà una dimostrazione di fedeltà a Pietro.
Il secondo scopo è manifestare in questo modo il nostro amore per la
Chiesa e la nostra fedeltà alla Sede di Pietro, particolarmente
nell’attuale amara e difficile congiuntura. Siamo ben consapevoli che le
fatiche che oggi affronta il Santo Padre sono pesanti. La messa
romana tradizionale, in particolare nel Canone, è sempre stata
considerata di per sé stessa una magnifica professione di fede della
Chiesa Mater et Magistra: è questo credo liturgico che vorremmo
esprimere sulla Tomba degli Apostoli, presso il Successore di Pietro.
3°. Sarà un’offerta e una supplica.
Vogliamo fare questo particolare dono al Signore soprattutto per
domandarGli le grazie necessarie al Sovrano Pontefice per proseguire
nell’opera meravigliosa che egli compie sin dall’inizio del suo
pontificato, e, specialmente oggi, in mezzo a croci e prove.
4°. Infine, sarà un’espressione di partecipazione alla missione della Chiesa. Vorremmo
apportare alla nuova evangelizzazione che il Santo Padre
intende promuovere con l’Anno della Fede il contributo della sempre
giovane liturgia tradizionale. È ben chiaro che essa è il sostegno di un
gran numero di famiglie cosi come di tante organizzazioni e iniziative
cattoliche, specialmente rivolte ai giovani (oratori, scuole, corsi di
catechismo) e che è fonte di vocazioni religiose e sacerdotali in
costante crescita, cosa che oggi, nel mondo occidentale, si rivela
estremamente preziosa.
Mi sembra che occorra insistere su
quest’ultimo punto. Per grazia di Dio, in certi paesi come la Francia e
gli Stati Uniti – ma il fenomeno potrebbe estendersi – la liturgia
tradizionale, purtroppo senza colmare tutti i vuoti, conserva una
crescita vocazionale importante. In Francia, per esempio, a fronte di
710 seminaristi diocesani, ci sono 140 seminaristi francesi (di cui 50
della FSSPX) in seminari dedicati alla forma straordinaria, vale a dire
il 16%. Questo rapporto si ritrova nel numero delle ordinazioni:
quest’anno 21 novelli sacerdoti straordinari contro 97 diocesani.
Inoltre, la configurazione spirituale di questo nuovo clero diocesano è
in piena mutazione: i giovani preti delle diocesi e i seminaristi
diocesani sono attratti dalla celebrazione delle due forme del rito e lo
dicono espressamente (in Francia, non è esagerato sostenere che almeno
un terzo dei candidati al sacerdozio diocesano possa essere considerato
come Summorum Pontificum).
È proprio questo che vorremmo esprimere
religiosamente con il pellegrinaggio e la messa a San Pietro del 3
novembre: quello che si può chiamare il popolo Summorum Pontificum, il
popolino (
le petit peuple come si dice in francese per indicare la gente comune), è oggi a disposizione del Santo Padre per la missione della Chiesa.
Fonte:
http://unacumpapanostro.wordpress.com/