CORREGGIO – Per gli oltre 250 presenti la sensazione è stata quella di vedere un affresco restaurato. Per i molti giovani invece, l’effetto è stato quello di vivere una forma liturgica che ha accompagnato la vita della Chiesa per oltre 1.500 anni e che, nello scandire lento e ieratico dei movimenti e nei lungi momenti di silenzio, ha offerto ai fedeli la possibilità di partecipare in maniera più consapevole all’adorazione e alla contemplazione del sacrificio della croce.
Dopo 40 anni è tornata a Correggio la messa antica secondo la forma extraordinaria liberalizzata da Benedetto XVI con il motu proprio Summorum Pontificum. Un appuntamento che ha riunito lunedì nella chiesetta del convento di clausura di Santa Chiara, numerosi fedeli non solo da Correggio, ma anche da zone limitrofe. A celebrarla è stato il vicario foraneo, canonico don Romano Vescovi su richiesta di alcuni giovani fedeli del Vicariato III che hanno coinvolto in questi mesi i circoli culturali della zona per un ciclo di conferenze di introduzione alla cosiddetta messa tridentina. Un’iniziativa pensata per conoscere da un lato le motivazioni che hanno spinto il Papa a pubblicare il documento e dall’altro per proporre la messa in comunione con i parroci del vicariato. L’iniziativa ha avuto una buona risposta di pubblico. Nel corso della messa ha fatto la sua ricomparsa anche il canto gregoriano della corale Annus Qui che ha accompagnato la celebrazione con alcune parti dell’antica Missa de Angelis.
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